il più conosciuto è il ginseng, molto utilizzato anche per la stanchezza primaverile. Fornisce energia e tono per affrontare meglio la giornata anche senza aumentare le ore di sonno notturne. Rafforza le difese dell'organismo e a stimola il sistema nervoso. Ha una azione protettiva delle pareti dei capillari. Molto utile è anche l'eleuterococco che ha proprietà molto simili a quelle del ginseng; in più agisce anche stimolando il sistema immunitario. iuta ad allentare e migliorare gli stati di tensione psicofisica. È di aiuto nei momenti di cambio stagione quando la variazione climatica può influire sullo stato di benessere generale.
Griffonia e rodiola invece possono essere assunti si la sera che la mattina ma mai in concomitanza di farmaci antidepressivi. Questi trattamenti non devono superare le 4-6 settimane ma possono essere ripetuti più volte l'anno.
E' sconsigliato l'uso nei bambini (se non in dose pediatriche), donne in gravidanza e allattamento perchè se un prodotto è naturale non vuole dire che sia innoquo.
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A spiegarci quali possono essere gli effetti collaterali di un consumo scorretto di piante medicinali è Valerio Cimino, farmacista, docente di fitovigilanza nel Master internazionale di Fitoterapia dell’Università di Trieste e dell’Università Complutense di Madrid.
Le complicazioni dei rimedi naturali nascono con le interazioni tra piante medicinali e farmaci e tra piante medicinali fra loro. Questi aspetti sono poco considerati dai pazienti, così come ha sottolineato anche il dottor Cimino: «In Italia arrivano, da farmacie e ospedali, un centinaio di segnalazioni avverse all’anno. Questo fa comprendere come in realtà queste complicazioni non siano da prendere sottogamba. Gli effetti collaterali avuti da situazioni avverse che possono nascere assumendo scorrettamente le piante medicinali sono diversi, ma i più frequenti sono quelli gastrointestinali». Come mettere in guardia dunque i pazienti? Forse, informandoli che nei casi più gravi di questi usi disordinati si possa arrivare anche a forme di epatite. I pericoli di interazioni si nascondono anche dentro un bicchiere di succo di pompelmo: un frutto sano e salutare, che può però causare effetti collaterali se associato ad alcuni medicinali o rimedi naturali. «Il succo di pompelmo inibisce gli enzimi che metabolizzano i farmaci causando una maggiore concentrazione del farmaco nel sangue» avverte il dottor Cimino. «Non sono effetti collaterali da trascurare: un bicchiere di succo di pompelmo crea difficoltà e problemi che si possono prolungare anche per tre giorni. Per cui bisogna stare attenti a non consumare pompelmo nei giorni precedenti e contemporaneamente all’assunzione di piante medicinali o farmaci». (Serena Santoli) ![]() L'agenzia Italiana del Farmaco mette a disposizione a tutte le neo-mamme e future mamme un sito dove trovare indicazioni circa i farmaci più indicati da assumere in gravidanza ed allattamento. http://www.farmaciegravidanza.gov.it/ In questo modo ci si può curare in tutta sicurezza e senza mettere in pericolo il piccolo nascituro. Di seguito le patologie più comuni Mal di testa: A seconda della frequenza con cui si manifestano gli episodi di cefalea si distingue una forma episodica (sporadica o frequente) ed una forma cronica. Gestione in gravidanza: La terapia di prima scelta è la terapia “non farmacologica” (tra cui agopuntura, riposo, biofeedback, massaggio, evitare i fattori ambientali scatenanti, tecniche di rilassamento). Qualora non sia sufficiente, è consigliato prescrivere alcuni tra i farmaci approvati nelle linee guide per il trattamento della cefalea di tipo tensivo. Per molti dei farmaci inclusi nelle linee guida, gli studi in campo umano circa gli effetti della loro assunzione in gravidanza sono insufficienti. La terapia farmacologica include (in ordine di rapporto rischio-benefico; minor rischio e massima efficacia):
Nausea e vomito: Per nausea e vomito in gravidanza si intende una condizione che si presenta nel 50-90% di tutte le gravidanze. Tale condizione si manifesta in maniera variabile, dalla semplice nausea mattutina al vomito continuo, che persiste durante la giornata. Gestione in gravidanza: Nelle forme più lievi è indicato utilizzare una serie di accorgimenti dietetici, come effettuare pasti salati “piccoli” e frequenti, assumere piccole quantità di acqua frequentemente nell’arco della giornata, evitare cibi grassi e piccanti, preferire cibi ad alto contenuto di proteine e di carboidrati. Si raccomanda inoltre di ridurre le attività stressanti. Qualora tali provvedimenti non risultassero sufficienti, e la sintomatologia impedisse le normali attività quotidiane, si può ricorrere alla somministrazione di farmaci antiemetici. Sono disponibili inoltre terapie non farmacologiche (agopuntura del punto P6 Neiguan, fascia per acupressione al polso, acustimolazione) ma i dati disponibili sulla loro efficacia sono limitati.Nelle forme più gravi è necessaria l’ospedalizzazione che permette l’idratazione endovena, la somministrazione di preparati multivitaminici (soprattutto tiamina), il controllo dei livelli plasmatici e urinari degli elettroliti e la somministrazione di terapie farmacologiche. Farmaci in ordine di rapporto rischio-beneficIo (minor rischio e massima efficacia):
Diarrea acuta:
Condizione caratterizzata da una perdita della abituale consistenza e/o da un aumento della fluidità delle feci di un soggetto; è definita dalla presenza di 3 o più scariche di feci liquide per 2 o più giorni consecutivi. Gestione in gravidanza: In caso di sintomatologia acuta, particolarmente ingravescente, associata anche a febbre resistente alla terapia, è importante eseguire un esame colturale delle feci, per escludere la presenza di infezione da Shighella, Listeria, Salmonella ed altri batteri o protozoi.In caso di positività per un microrganismo specifico è necessario instaurare una terapia antimicrobica specifica (antibiotica o antiprotozoaria), se necessario per via endovenosa, ospedalizzando la paziente. La terapia farmacologica sintomatica include in ordine di rapporto rischio-beneficio (minor rischio e massima efficacia):
![]() A tutti capita di dover assumere farmaci, anche una sola compressa per combattere un sintomo che può sembrare banale. Bisogna stare molto attenti: un farmaco non è un prodotto neutro e bisogna assumerlo con prudenza. Un semplice antistaminico per combattere i sintomi di un'allergia possono dare forte sonnolenza e ci esporrebbe a gravi rischi se decidessimo di metterci alla guida. Se si segue una terapia con altri farmaci, come spesso accade alle persona più anziane, le medicine possono interagire tra di loro portando a gravi conseguenze. Bisogna chiedere sempre informazioni al medico o al farmacista di fiducia. Bisognerebbe sempre porre le seguenti domande: 1) questo farmaco puo' interagire con particolare farmaci o alimenti? 2) questo farmaco ha particolari effetti collaterali? 3)come devo assumere questo farmaco? 4) come e per quanto tempo devo assumerlo? 5) esistono generici che corrispondono a questa specialità medicinale? In questo modo possiamo assumere tranquillamente questa medicina. I principali consigli per assumere una terapia correttamente sono: - rispettare SEMPRE la dose, la modalità e il tempo di somministrazione; - non assumere contemporaneamente farmaci senza il consiglio del medico o del farmacista; - non interrompere arbitrariamente una terapia; - ricordare che alcuni farmaci come colliri, sciroppi, gocce e spray una volta aperti scadono prima della data riportata sulla confezione; - conservare i farmaci in un luogo fresco e asciutto (non in bagno o in cucina) e lontano da fonti di calore. -tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini; - gettare farmaci scaduti negli appositi contenitori. liberamente tratto da "Profilo Salute" |
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Aprile 2019
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