www.farmaciegravidanza.gov.it/ Di seguito i consigli per i malesseri più comuni. CEFALEA A seconda della frequenza con cui si manifestano gli episodi di cefalea si distingue una forma episodica (sporadica o frequente) ed una forma cronica. Gestione in gravidanza: La terapia di prima scelta è la terapia “non farmacologica” (tra cui agopuntura, riposo, biofeedback, massaggio, evitare i fattori ambientali scatenanti, tecniche di rilassamento). Qualora non sia sufficiente, è consigliato prescrivere alcuni tra i farmaci approvati nelle linee guide per il trattamento della cefalea di tipo tensivo. Per molti dei farmaci inclusi nelle linee guida, gli studi in campo umano circa gli effetti della loro assunzione in gravidanza sono insufficienti. La terapia farmacologica include (in ordine minor rischio e massima efficacia):
NAUSEA E VOMITO Per nausea e vomito in gravidanza si intende una condizione che si presenta nel 50-90% di tutte le gravidanze. Tale condizione si manifesta in maniera variabile, dalla semplice nausea mattutina al vomito continuo, che persiste durante la giornata. L’iperemesi gravidica ne rappresenta la forma più grave, ed è caratterizzata dalla presenza di più di tre episodi di vomito durante la giornata associati a chetonuria, alterazioni elettrolitiche (ipokaliemia), disidratazione e perdita di peso (> 5%). Questa patologia ha un’incidenza che oscilla tra lo 0.5% e il 2%. La nausea e il vomito in gravidanza si presentano nel primo trimestre, raggiungendo un picco intorno alla nona settimana. Il 60% di questi casi si risolve entro la dodicesima settimana, un altro 30% arriva alla ventesima settimana mentre soltanto il 10% persiste fino al parto. Gestione in gravidanza: Nelle forme più lievi è indicato utilizzare una serie di accorgimenti dietetici, come effettuare pasti salati “piccoli” e frequenti, assumere piccole quantità di acqua frequentemente nell’arco della giornata, evitare cibi grassi e piccanti, preferire cibi ad alto contenuto di proteine e di carboidrati. Si raccomanda inoltre di ridurre le attività stressanti. Qualora tali provvedimenti non risultassero sufficienti, e la sintomatologia impedisse le normali attività quotidiane, si può ricorrere alla somministrazione di farmaci antiemetici. Sono disponibili inoltre terapie non farmacologiche (agopuntura del punto P6 Neiguan, fascia per acupressione al polso, acustimolazione) ma i dati disponibili sulla loro efficacia sono limitati.Nelle forme più gravi è necessaria l’ospedalizzazione che permette l’idratazione endovena, la somministrazione di preparati multivitaminici (soprattutto tiamina), il controllo dei livelli plasmatici e urinari degli elettroliti e la somministrazione di terapie farmacologiche. Farmaci in ordine di rapporto minor rischio e massima efficacia:
DIARREA
Condizione caratterizzata da una perdita della abituale consistenza e/o da un aumento della fluidità delle feci di un soggetto; è definita dalla presenza di 3 o più scariche di feci liquide per 2 o più giorni consecutivi. Le cause che possono portare a questa patologia durante la gravidanza sono numerosissime, dall’alimentazione, ai cambiamenti ormonali, agli sbalzi di temperatura fino a situazioni più gravi, come il contagio influenzale o altre malattie infettive. Gestione in gravidanza In caso di sintomatologia acuta, particolarmente ingravescente, associata anche a febbre resistente alla terapia, è importante eseguire un esame colturale delle feci, per escludere la presenza di infezione da Shighella, Listeria, Salmonella ed altri batteri o protozoi.In caso di positività per un microrganismo specifico è necessario instaurare una terapia antimicrobica specifica (antibiotica o antiprotozoaria), se necessario per via endovenosa, ospedalizzando la paziente. La terapia farmacologica sintomatica in ordine di minor rischio e massima efficacia:
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Aprile 2019
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